La disciplina Reiki, secondo quanto scritto da Usui Sensei, si fonda su tre pilastri e cinque principi. I tre pilastri sono:

  • Gassho Meiso: la meditazione Gassho
  • Reiji-ho: il “metodo per la manifestazione dello spirito”
  • Chiryo: i trattamenti.

In occidente la trasmissione della disciplina si è focalizzata sul solo aspetto “terapeutico” (chiryo); l’enfasi posta anche su gassho meiso e reiji-ho evidenzia invece come il Reiki fosse inteso dal suo fondatore come sistema completo di automiglioramento

Gasshō Meisō

La parola giapponese “gasshō” significa “due mani giunte“, mentre “meisō” significa “meditazione“.

Effettua Gassho unendo le tue mani all’altezza del cuore (centro del torace).

Il Signor Fumio Ogawa, un membro della-Usui Reiki Ryoho Gakkai-, suggeriva di tenerle in modo che, quando si espira dalle narici, le punte delle dita fossero delicatamente sfiorate dal soffio: ciò serve a capire a quale altezza devono trovarsi. Durante la pratica, l’inspirazione avviene dal naso, mentre l’espirazione dalla bocca. Secondo la pratica del Qi Gong, ad ogni inspirazione si dovrebbe mantenere la lingua contro il palato, lasciandola poi ricadere durante l’espirazione: in tal modo, si completa il circolo dell’Energia nel corpo e nella mente.

Chiudi gli occhi e siedi in posizione rilassata, su una sedia o sul pavimento, nella postura del loto o del mezzo loto. Mantieni la schiena più diritta possibile, senza forzarla; se vuoi, puoi anche appoggiarti contro una parete. Una volta che avrai acquisito esperienza, potrai meditare dovunque e in qualsiasi momento, con gli occhi chiusi o aperti; lo stato meditativo entrerà allora in tutte le tue azioni e in ogni momento della tua vita, riempiendoti l’esistenza di serenità e armonia.

Se ti è possibile, mantieni gli occhi chiusi tutto il tempo, così da conservare l’Energia dentro di te; infatti, siamo abituati a guardarci attorno e ad essere stimolati da impulsi visivi, i quali provocano una serie di pensieri che seguiamo automaticamente, finendo nel caos dell’inconsapevolezza. Se hai qualche difficoltà a praticare ad occhi chiusi, puoi tenerli aperti, ma lasciali però “persi nel vuoto” (non mettere a fuoco nulla), e non battete le palpebre; anche se nel giro di qualche minuto cominceranno a lacrimare, non desistere, e con la pratica vedrai che andrà sempre meglio. Ora lascia che il respiro entri da solo nel tuo corpo: non modificarlo in nessun modo, ma limitati ad inspirare profondamente fino al ventre, espandendo la pancia ad ogni inspiro (respirazione addominale). Se la tua pratica sarà costante, ben presto il respiro penetrerà sempre più in profondità nella tua pancia.

L’obiettivo della meditazione Gassho è quello di accrescere l’Energia del praticante e portarlo in uno stato meditativo. Eseguila quotidianamente, alla mattina o alla sera (oppure in entrambi i momenti), in gruppo o da solo (la durata della pratica è di circa venti/trenta minuti).

 

Reiji-Hō

La parola giapponese reiji significa «manifestazione dello spirito» e significa «metodo», quindi possiamo riferirci a reiji-hō come al «metodo per la manifestazione dello spirito» (spirito inteso nel senso di energia).

Nel diario di Hawayo Takata, che peraltro non divulgò mai questa tecnica, il reiji-hō è descritto come «la più segreta tecnica della scienza dell’energia».

La tecnica insegna a seguire la propria intuizione con fiducia, che non ha bisogno di essere sviluppata, dal momento che ci viene già conferita al momento della nascita come “dono divino”; ognuno di noi deve imparare a darle ascolto e fiducia. A tutti è capitato molte volte di non farlo, di non dare retta alla prima impressione per poi, spesso, rammaricarsene.

Nel caso del ReiKi e della tecnica del Reiji-hō, lasciare che l’esistenza di svolga come deve, significa diventare una canna cava di bambù attraverso la quale l’energia possa fluire, a prescindere da dove, quando e come ciò avvenga.

Ecco come eseguirla:

  • sedetevi o restate in piedi in posizione comoda e chiudete gli occhi;
  • congiungete le mani davanti al petto, all’altezza del cuore, in posizione Gasshō (a mani giunte) e chiedete mentalmente all’energia di fluire liberamente dentro di voi;
  • chiedete per la persona che state per trattare il benessere e la guarigione a tutti i livelli;
  • sollevate ora le mani giunte davanti al “terzo occhio” e chiedete all’energia Reiki di guidare le vostre mani dove è necessario.

A questo punto, aspettate di vedere cosa succede, siate ricettivi e seguite senza remore le vostre sensazioni. Le sensazioni possono essere visive, auditive, cinestetiche o riflesse sul vostro corpo.

All’inizio potreste avere difficoltà a percepire eventuali sensazioni, ma questo non vi deve scoraggiare.

Solo la pratica continua può migliorare le vostre capacità percettive.

Chiryo

Le pratiche conosciute come tecniche del Reiki Giapponese derivano da varie fonti oltre al lignaggio occidentale tradizionale del Reiki che passa da Hawayo Takata e sono state divulgate dalla metà degli anni ’90 grazie ai contatti ristabiliti da maestri occidentali con praticanti, scuole. lignaggi e maestri giapponesi.

Le principali fonti abbastanza certe e non inquinate da libere deduzioni, teorie non confermate, interferenze di altre discipline e canalizzazioni più o meno in buona fede, sono costituite da: Hiroshi Doi, maestro di Reiki occidentale, ma in quanto giapponese ammesso alla Usui Reiki Ryoho Gakkai (la Società per lo studio del Metodo di Guarigione Reiki di Usui, associazione costituita subito dopo la morte di Mikao Usui dai suoi studenti); da Andrew Bowling, organizzatore del primo convegno URRI (Usui Reiki Ryoho International) del 1999 a Vancouver che ha visto maestri Reiki occidentali e giapponesi (fra cui ad esempio lo stesso Hiroshi Doi e Wanja Twan) scambiarsi informazioni ed esperienze; Chris Marsh che attraverso la propria pratica di 40 anni nell’arte marziale dello Iaido è diventato allievo di diretti studenti viventi coevi di Mikao Usui fra cui la monaca buddhista Mariko Suzuki;  Frank Arjava Petters, maestro Reiki tedesco scopritore della stele commemorativa di Mikao Usui Sensei e la sua tomba, nonché del “Reiki Ryoho Hikkei“.

Frank Arjava Petters è stato allievo di Chiyoko Yamaguchi, (studente diretta di Chūjirō Hayashi con cui ha studiato nel 1938 fino al livello Okuden) che ha creato la scuola Jikiden Reiki insieme al figlio Tadao Yamaguchi, che le è succeduto nell’insegnamento alla sua morte nell’agosto 2003.

Un’altra fonte di informazioni è costituita dal monaco buddista Hyakuten Inamoto e la scuola da lui fondata Komyo Reiki Kai, ma dato che anch’egli è stato allievo sia di Chiyoko Yamaguchi che di Hiroshi Doi, le informazioni e la struttura dell’insegnamento sono un mix sia degli insegnamenti di Frank Arjava Petters, Tadao Yamaguchi / Jikiden Reiki che del Gendai Reiki di Hiroshi Doi

Alcune di queste tecniche recentemente diffuse in occidente, sopratutto quelle derivate da Hiroshi Doi, non sono quelle originali praticate da Mikao Usui, ma sono state in vario modo modificate nel tempo oltre che naturalmente da Chūjirō Hayashi, sia dalla Gakkai, che dallo stesso Hiroshi Doi che ha creato una sua scuola (Gendai Reiki traduz. Reiki Moderno), vista la proibizione dei maestri della Gakkai di insegnare fuori dal loro circolo ristretto. Per quanto riguarda le informazioni della fonte della signora Chiyoko Yamaguchi va ricordato che non ha avuto accesso come Hawayo Takata al livello shinpiden direttamente da Hayashi ma ha finito il suo training successivamente con suo zio Wasaburo Sugano, membro della Hayashi Reiki Kenkyukai.

Vi è comunque una certa concordanza fra le diverse fonti, anche se in alcuni casi ci può essere qualche piccola differenza sui nomi o sul posizionamento della tecnica rispetto al livello necessario per l’apprendimento, e questo dovuto all’insegnamento giapponese spesso strutturato non in base a un programma fisso ma più fluido rispetto all’evoluzione dello studente. Ad alcuni studenti non è stato insegnato i livelli superiori dell’insegnamento, semplicemente perché non li avrebbero “capiti”.

Le pratiche spirituali di Mikao Usui, sono state invece diffuse pubblicamente solo in ambito ristretto e controllato, compresi i nomi delle pratiche stesse, dato che gli insegnamenti diretti avvengono solo con contatto diretto ed esclusivo maestro-allievo e solo in rari casi in un contesto più allargato nel modello del classico seminario occidentale. Il progresso nelle meditazioni dello studente viene seguito nel corso degli anni dai Maestro che calibra gli insegnamenti e le pratiche rispetto allo studente e lo fa avanzare nel percorso solo quando è davvero pronto.

Va ricordato, inoltre, che le tecniche sono solo degli strumenti, che non rappresentano quello che il Reiki è davvero: per citare la vecchia metafora zen, sono come il dito che indica la Luna e guardare solo il dito (o addirittura farsi crescere numerose dita in più) senza volgere lo sguardo verso la direzione in cui punta, non ci farà vedere, apprezzare e godere della bellezza assoluta della Luna stessa.